martedì 13 marzo 2012

LETTERE PARTIGIANE - Lettere di condannati a morte della Resistenza Italiana


Questa sera pubblichiamo una lettera di un Salernitano,una persona che merita tutto il nostro rispetto per aver tenuto alto il morale degli altri prigionieri anche in circostanze del genere.
Buona lettura! 



BIOGRAFIA
SABATO MARTELLI CASTALDI
Di anni 47 – generale di Brigata Aerea – nato a Cava dei Tirreni (Salerno) il 19 agosto 1896 -. Generale a 36 anni – decorato di una medaglia d’Argento e tre di Bronzo – nel 1934 collocato nella riserva perché, in qualità di capo-gabinetto del Ministero dell’Aeronautica, aveva redatto un rapporto a Mussolini denunciando l’effettiva consistenza e la reale efficienza dell’Arma -. Direttore, con il generale Lordi pure trucidato alle Fosse Ardeatine, del Polverificio Stacchini di Roma, dopo l’8 settembre 1943 sabota la produzione destinata ai tedeschi, fornisce al fronte clandestino di Roma ed ai partigiani del Lazio e dell’Abruzzo forti quantitativi di dinamite, mine, detonatori ed armi, esponendosi spesso di persona per il loro trasporto – eseguisce e trasmette rilievi di zone ed installazioni militari – prepara un campo di fortuna per aerei nei dintorni di Roma – compie missioni militari -. Il 16 gennaio 1944, nel tentativo di ottenere il rilascio del titolare del Polverificio Stacchini che era stato arrestato, si reca con il generale Lordi in Via Tasso – è fermato dal colonnello tedesco Kappler venuto in possesso di prove schiaccianti sull’attività da lui svolta e gettano nella cella ove rimarrà sessantasette giorni – molte volte torturato -. Trucidato il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine fuori Roma per rappresaglia all’attentato di Via Rasella, con altri trecentotrentaquattro detenuti politici prelevati dalle carceri di Via Tasso e Regina Colei -. Medaglia d’Oro al Valor Militare. 



(Biglietti inviati clandestinamente alla moglie).
La mia camera è di m. 1,30 per 2,60. Siamo in due, non vi è altra luce che quella riflessa da una lampadina elettrica del corridoio antistante, accesa tutto il giorno. Il fisico comincia ad nadare veramente giù e questa settimana di denutrizione ha dato il colpo di grazia. Il trattamento fattomi non è stato davvero da “gentlemam”. Definito “delinquente” sono stato minacciato di fucilazione e percosso, come del resto è abitudine di questa casa: botte a volontà.

4 marzo 1944
I giorni passano, e, oggi 47° credevo proprio che fosse quello buono, e invece ancora non ci siamo. Per conto mio non ci faccio caso e sono molto tranquillo e sereno, tengo su gli umori di 35 ospiti di sole quattro camere con barzellette, pernacchioni (scusa la parola ma è quella che è) e buon umore. Unisco una piantina di qui per ogni evenienza e perché, a mezzo del latore, quest’altra settimana me la rimandi completata. Penso la sera in cui mi dettero 24 nerbate sotto la pianta dei piedi nonché varie scudisciate in parti molli, e cazzotti di vario genere. Io non ho dato loro la soddisfazione di un lamento, solo alla 24 nerbata risposi con un pernacchione che fece restare male i tre manigoldi come tre autentici fessi. (Quel pernacchione alla 24 frustata fu un poema! Via Tasso ne tremò ed il fustigatore cadde di mano il nerbo. Che risate! Mi costò tuttavia una scarica ritardata di cazzotti). Quello che più pesa qui è la mancanza di aria. Io mangio molto poco altrimenti farei male e perderei la lucidità di mente e spirito che invece qui occorre avere in ogni istante.

(ultimo messaggio, scritto sul muro della cella di via Tasso)

Quando il tuo corpo
Non sarà più, il tuo
Spirito sarà ancora più
Vivo nel ricordo di chi resta- Fa che
possa essere sempre
di esempio.

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