lunedì 31 dicembre 2012

lunedì 24 dicembre 2012

LETTERA DI FINE ANNO

Il 2012 sta per concludersi e, come successo l'anno scorso, abbiamo deciso di scrivervi una breve lettera di auguri, brindando insieme anche "telematicamente" all'anno che verrà.
Che dire...per noi questo 2012 è stato davvero l'anno della consacrazione che ci ha permesso, nei primi mesi e ancora in fasce, di partecipare attivamente con Lineacomune e il PD di Calusco alla campagna elettorale e alle conseguenti elezioni amministrative, con molti dei nostri ragazzi che hanno avuto l'onore di crescere e formarsi accanto a persone davvero straordinarie. Una grande prova di forza questa per i nostri ragazzi che, nonostante lo stress della campagna elettorale, sono riusciti a non trascurare le varie iniziative GD, alternando senza difficoltà e con grande spirito di sacrificio i due impegni. 
Andando al di là della campagna elettorale, però, quello che davvero ci sorprende è vedere il nostro movimento giovanile crescere a dismisura. Come ben sapete il nostro gruppo è nato nel mese di settembre 2011 e contava, al suo interno, soli tre giovani temerari che hanno subito, per qualche mese, anche diversi attacchi da persone che comunque non credevano nella nascita di un movimento giovanile e di centrosinistra qui a Calusco. Ora, a distanza di un anno, il gruppo conta al suo interno ben 14 giovani totalmente operativi, dimostrando che la politica, quando è svolta con passione e sentimento, può davvero coinvolgere TUTTI.
Peccato che le elezioni si siano svolte nei primi mesi della nostra esistenza altrimenti, con le forze, la maturità e quel pizzico di follia in più che abbiamo conquistato in questa seconda parte dell'anno, l'esito sarebbe stato ben diverso.
Ma ora passiamo ai ringraziamenti. Quest'anno (non ce ne vogliate) abbiamo deciso di rivolgere un GRAZIE speciale a tre persone che sono state e continuano ad essere, per noi, un vero modello.
La prima persona che vogliamo ringraziare è il segretario del circolo PD Calusco Sperandio Mangili. Senza Spera, molto probabilmente, questo gruppo non sarebbe mai esistito. Ha avuto il coraggio e anche la pazzia di credere subito in questi giovani, trattandoci immediatamente come suoi figli. Non è un caso se tutto il gruppo lo chiama "papà Spera"! Dobbiamo sentirci veramente fortunati di avere una persona del valore di Spera come segretario, una persona che è stata capace di trasmetterci il significato più profondo del fare volontariato e l'essenza più alta del fare politica. Come ha detto Benigni "il fare politica è la cosa più alta per organizzare la pace, la serenità e il lavoro. Non avere interesse per la politica è come dire di non avere interesse per la vita" e tu, tutto questo, ce lo insegni ogni giorno!
Un altro ringraziamento veramente speciale va a Mario Manzoni, esponente di spicco del nostro PD locale. Un vero e proprio mentore capace, con i suoi preziosi consigli, il suo carisma e la sua determinazione, di far crescere noi giovani giorno dopo giorno in un ambiente di sana e vera politica. Mario rappresenta in tutto e per tutto l'uomo nuovo e moderno, quell'uomo che non ha bisogno di una data di nascita scritta sulla carta d'identità per sentirsi giovane e avere idee completamente nuove e di cambiamento. Grazie Mario, se diventeremo "grandi" sarà soprattutto merito tuo.
Infine vogliamo ringraziare un altro grande uomo politico del nostro paese: Alfredino Cattaneo. Una persona veramente eccezionale, spontanea, generosa, onesta e allo stesso tempo infinitamente umile. Grazie "Alfred" per farci sentire sempre così importanti, di coinvolgerci ma soprattutto di gratificare ogni giorno il nostro lavoro. 
Grazie di cuore a tutti e tre, senza di voi non ce l'avremmo mai fatta.
Concludendo, grazie anche a tutte le persone che non abbiamo citato direttamente ma che ogni giorno ci supportano, ci spronano e ci fanno sentire sempre più parte della società civile caluschese.
Ma soprattutto GRAZIE a voi cittadini, che ci scrivete e contattate costantemente per segnalarci un problema o anche solo per un piccolo saluto o attestato di stima. Ricambieremo tutta questa fiducia, è una promessa!
Buone feste a tutti, nella speranza che il 2013 sia l'anno della svolta per ognuno di voi.
Con affetto,

GD CALUSCO




IL FILO DI ARIADNE


Chi viaggia senza incontrare l’altro non viaggia, si sposta”
(Alexandra David-Néel)

Voglia di evasione, ricerca della felicità, vita, rapporti. Tutto questo e non solo è il viaggio,  capace di stimolare, indipendentemente dalla sua durata,  le passioni più profonde dell’animo umano.  Una volta partiti, tutto ciò che da quel momento si vive è il viaggio, capace di condurci verso culture  e lingue diverse, modi di fare, pensare, dire e vedere le cose molto spesso completamente differenti dai nostri. E’ proprio l’incontro con l’altro che stimola in noi il senso di scoperta, la voglia di scegliere, la necessità di condividere e affermarci in questa vita, con il viaggio che, in realtà, non termina con il nostro ritorno “a casa”. Le idee, le immagini, i suoni e i sapori che un viaggio ci regala, infatti, non fanno altro che riprodursi nella nostra mente, trovando spazio inconsciamente negli ambienti quotidiani in cui viviamo, quali il lavoro, la famiglia e gli amici. Il viaggiatore, quindi,  non è solo colui che gira il mondo da un punto geografico all’altro, ma è colui che si ferma di fronte al nuovo ascoltandolo. Una volta vissuto pienamente il viaggio, con tutte le emozioni e i turbamenti che questo suscita, ci si renderà veramente conto di quanto banale sia la nostra esistenza quotidiana.

giovedì 20 dicembre 2012

CAOS DENTRO: La strage di Sandy Hook e il commercio delle armi negli USA


Alle 9.00 del 14/12/12  il ventenne Adam Lanza si reca nella scuola elementare di Sandy Hook, Newton, Connecticut. Rompe il vetro di una finestra con una pistola, si introduce nell’edificio e uccide la preside e la psicologa scolastica che sacrificano la loro vita per difendere dei bambini. Dopo l’omicidio delle due donne, Lanza si dirige verso una classe, ma la trova chiusa. Decide quindi di entrare in una seconda aula dove uccide a sangue freddo la supplente Lauren Rousseau e i 14 bambini della classe. Non ancora sazio di sangue, Adam si sposta in un’altra classe dove la maestra ha avuto la prontezza di nascondere i bambini nello sgabuzzino, ma sei di loro, presi dal panico, hanno tentato di fuggire e sono stati freddati dal killer. Dopo aver ucciso la loro maestra e un’altra insegnante, Lanza ha rivolto la pistola contro sé stesso e si è ucciso. Prima di compiere la strage il killer aveva assassinato sua madre, Nancy Lanza, con svariati colpi di pistola alla testa. Le armi usate per la strage sono due pistole (una Glock e una Sig Sauer) e un fucile d’assalto semiautomatico calibro 223 (probabilmente un M16). Esse appartenevano alla madre dell’omicida che le usava regolarmente in quanto appassionata di armi e poligoni di tiro. Adam Lanza aveva gravi problemi sia di salute che familiari: era infatti affetto dalla sindrome di Hasperger e i suoi genitori si erano separati tempo prima. Il ragazzo amava il computer e passava il suo tempo in solitudine, giocando a giochi di guerra per cui il giovane provava una irrefrenabile passione. Non penso che si scoprirà mai quale sia il vero movente di tale massacro in quanto l’assassino ha deciso di porre volontariamente fine alla propria vita, ma la domanda che ora sconvolge l’America è: sono giuste le “armi facili”? Si può davvero permettere che qualcosa di tanto pericoloso e poco sicuro sia alla portata di chiunque, compresi bambini e individuo psicologicamente instabili? Il secondo emendamento della costituzione americana recita che: “Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto”. Molti ritengono che tale emendamento permetta solo alla “Milizia” (inteso come forze dell’ordine) di possedere armi e di usarle per la difesa dei cittadini, ma gran parte degli americani ritengono che ogni cittadino americano debba avere la possibilità di detenere un’arma per la propria sicurezza individuale, che è l’idea su cui attualmente si appoggia la legge che regola l’uso e il possesso di armi da fuoco nel paese. Ottenere un’arma è relativamente semplice, anche se bisogno ricordare che dal 1968, grazie al Gun Control Act, chi ha particolari precedenti penali ha più difficoltà a entrare legalmente in possesso di una pistola o di un fucile. I colpevoli di reati, i latitanti, gli immigrati clandestini, le persone soggette a ordinanze restrittive e chi non è cittadino statunitense, non possono né acquistare né possedere armi. Altre limitazioni sono previste per chi fa uso di particolari medicinali o di sostanze stupefacenti. Le leggi dei singoli stati complicano però il quadro, ponendo numerose eccezioni rispetto alle leggi federali. Nel Vermont, per esempio, non sono necessari particolari permessi e non ci sono nemmeno distinzioni tra residenti e non residenti: tutti possono girare armati, eccetto in alcuni luoghi come le scuole. In questi giorni che sono seguiti alla strage, la voce di coloro che si indignano di fronte a questa situazione paradossale si è fatta sentire con forza sempre maggiore e si pensa già ad una nuova legge sulle armi, ma sono pronto a scommettere che, come al solito, la NRA (National Rifle Association), una delle maggiori lobby delle armi statunitensi, ci metterà lo zampino per impedire al suo impero di crollare. Inoltre, bisogna guardare in faccia la realtà: negli Stati Uniti quasi l’80% delle persone aventi diritto di portare un’arma la posseggono, per non parlare di coloro che lo fanno senza averne diritto. C’è solo da sperare che si riesca a dire basta a questo obbrobrioso commercio che semina solo morte e mai vera giustizia. E non è vero che non sono le persone a uccidere: le persone armate e con un motivo qualsiasi per farlo sono i responsabili di tutte le tragedie che sono avvenute. Speriamo che il presidente Obama decida di far passare la legge anti-armi in modo simili stragi non vengano mai più perpetrate con una tale, terrificante facilità. 


                       

martedì 18 dicembre 2012

STELLE DANZANTI

Vivere?

Il cuore che batte nel petto.
Il sangue che scorre nelle vene.
La linfa che fluisce nel corpo.
La vita che costringe a percepire, agire, subire.
Ma chi ha deciso cosa deve essere?

La libertà tra gli ideali.
La possibilità di scegliere tra le ambizioni.
Il desiderio decidere tra i sogni.
La voglia di essere sé stessi tra le speranze.
Ma come se non c’è libertà, scelta di iniziare?

Una spiegazione come obiettivo.
Un motivo come risultato sperato.
Una risposta come esito agognato.
Un senso come fine.
Ma dove trovare, dove cercare?

Il tempo corre, fugge via,
tra dita incapaci di trattenerlo.
Gli eventi si susseguono imprevedibili,
via da una mente che non sa spiegarli.
Ma verso quale destinazione?

La breve luce concessa sfiorisce
e dà spazio a una condanna eterna.
Il dolore e la depressione cadono distruttivi
su effimeri momenti di pace e serenità.
Ma perché subire tutto ciò?

Solca veloce i mari tempestosi dell’esistenza
la nave del Fato, implacabile, inarrestabile.
Crea, dà vita, condanna,
assolve, uccide, distrugge,
Senza mai spiegare le sue ragioni.

E a noi resta il buio, l’incomprensibile.
E a noi resta l’inquietudine, l’inevitabile.

           Astarte