Articolo 54

ARTICOLO 54.
"Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e
di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate
funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed
onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge."

Per pensatori liberali come Locke, Tocqueville, John Stuart Mill, non c'è libertà, se l'autorità suprema non è la legge. La nostra Costituzione dice la stessa cosa. Il popolo è sovrano, nell'articolo 1, ma nell'articolo 54 «tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi».

Esattamente l'opposto del liberalismo de noantri, la rivoluzione liberale in salsa berlusconiana di una destra populista assai poco europea, che s'inventa una storia breve, invece della lunga che ha sotto i piedi, e nulla sa del pensiero repubblicano da cui discende, secondo il quale sovrano, anche in democrazia, non è il popolo con le sue effimere passioni ma la legge che dura.

E poi, con disciplina ed onore!
La responsabilità politica riguarda il modo in cui la persona ha esercitato un potere che gli è stato attribuito. Può scattare, deve scattare, anche quando non vi sia una responsabilità penale, per il solo fatto di essersi comportati in maniera contrastante con la correttezza legata all'esercizio di una carica, alla gestione di un affare pubblico, al maneggio del pubblico denaro.
Per questo l'articolo 54 parla di «disciplina» e, soprattutto, di «onore», dunque di etica pubblica, non di codice penale.
I principi costituzionali, come questo, devono trasformarsi in una spinta insieme politica e morale, che riscatti tutti dalla «stanchezza civile» e renda ineludibile quell'inflessibile controllo di legalità che è la sola via per evitare che tutti, nella politica, siano considerati perversamente uguali!