giovedì 31 maggio 2012

CAOS DENTRO: IL SOGNO DI UN' ITALIA NUOVA


Sogno un’Italia dove tutti possano avere la possibilità di costruirsi una famiglia ed un futuro con le sicurezze economiche necessarie.

Sogno un’Italia dove la politica tuteli i cittadini invece di continuare ad opprimerli.

Sogno un’Italia dove la legge sia davvero uguale per tutti e non solamente una semplice frase appesa nell’aula di un tribunale.

Sogno un’Italia dove i giovani possano coltivare i propri talenti invece di essere costretti ad emigrare all’estero per mancanza di opportunità.

Sogno un’ Italia dove un laureato con centodieci e lode non sia obbligato a lavorare in una fabbrica o in un call center, ma che possa svolgere la professione per cui ha studiato.

Sogno un’Italia dove perdere il proprio lavoro non significhi perdere tutto.

Sogno un’Italia dove non ci siano irrealizzabili promesse, ma fatti concreti.

Sogno un’Italia capace di liberarsi una volta per tutte del batterio mafioso che da sempre la infetta.

Sogno un’Italia dove un cittadino non debba aver paura di esprimere la propria opinione su qualsiasi argomento.

Sogno un’Italia governata da politici umili e onesti, capaci di stare in mezzo alle persone
e di ascoltare davvero i loro problemi.

Sogno un’Italia dove un immigrato non venga guardato con lo stesso sguardo con cui si guarda un criminale.

Sogno un’Italia dove chiunque possa essere libero di amare chi gli pare senza sentirsi per forza chiamare ricchione.

Sogno un’Italia che non permetta ad un imprenditore fallito di gettarsi da un ponte o di spararsi un colpo in testa per scappare definitivamente dai propri debiti.

Sogno un’Italia che stia vicina alle persone più fragili e disperate.

Sogno un’Italia dove i problemi politici non ricadano sempre sul popolo.

Sogno un’Italia onesta e responsabile, capace di ammettere i propri errori e che tenti saggiamente di ripararli.

Sogno un’Italia che riacquisti fiducia in se stessa e che capovolga le carte in tavola.

Sogno un’Italia che ricominci poco a poco a risalire dal fondo.

Sogno un’Italia che si risvegli all’improvviso da quest’incubo.


Questa soltanto è l’Italia che, con la mano appoggiata sul cuore, potrei orgogliosamente definire patria.
Sogno questo cambiamento radicale, anche se agli occhi di molti pare un’utopia.
Sogno perché non riesco a tollerare l’idea che da questa drammatica situazione sia impossibile uscirne.




mercoledì 30 maggio 2012

SOLIDARIETA' PER L'EMILIA

Dalle 19 di ieri sera è attivo il numero telefonico 45500 per inviare sms di solidarieta’ a favore delle popolazioni terremotate dell’Emilia. Lo ha annunciato, da Marzaglia (Modena), il capo della Protezione civile Franco Gabrielli. In questo modo si potra’ donare 2 euro per ogni messaggino inviato.
Anche il tuo aiuto sarà fondamentale!



martedì 29 maggio 2012

LETTERE PARTIGIANE - Lettere di condannati a morte della Resistenza Italiana

Con l'ultima uscita, della nostra rubrica sulle lettere dei condannati a morte della resistenza italiana, abbiamo voluto omoggiare una donna. Non vi anticipo niente per non rovinarvi la storia.
Come sempre vi auguro una buona lettura!
A presto...





IRMA MARCHIANI (ANTY) 
 
Di anni 33 - casalinga - nata a Firenze il 6 febbraio 1911 -. Nei primi mesi del 1944 è informatrice e staffetta di gruppi partigiani formatisi sull'Appennino modenese - nella primavera dello stesso anno entra a far parte del Battaglione " Matteotti ", Brigata " Roveda ", Divisione "Modena" - partecipa ai combattimenti di Montefiorino - catturata mentre tenta di far ricoverare in ospedale un partigiano ferito, è seviziata, tradotta nel campo di concentramento di Corticelli (Bologna), condannata a morte, poi alla deportazione in Germania - riesce a fuggire - rientra nella sua formazione di cui è nominata commissario, poi vice-comandante - infermiera, propagandista e combattente, è fra i protagonisti di numerose azioni nel Modenese, fra cui quelle di Monte Penna, Bertoceli e Benedello -. L'11 novembre 1944, mentre con la formazione ridotta senza munizioni tenta di attraversare le linee, è catturata, con la staffetta "Balilla", da pattuglia tedesca in perlustrazione e condotta a Rocca Cometa, poi a Pavullo nel Frignano (Modena) -. Processata il 26 novembre I944, a Pavullo, da ufficiali tedeschi del Comando di Bologna -. Fucilata alle ore 17 dello stesso 26 novembre 1944, da plotone tedesco, nei pressi delle carceri di Pavullo, con Renzo Costi, Domenico Guidani e Gaetano Ruggeri "Balilla") -. Medaglia d'Oro al Valor Militare.
  


Sestola, da la "Casa del Tiglio", 1° agosto 1944

Carissimo Piero, mio adorato fratello, la decisione che oggi prendo, ma da tempo cullata, mi detta che io debba scriverti queste righe. Sono certa mi comprenderai perché tu sai benissimo di che volontà io sono, faccio, cioè seguo il mio pensiero, l'ideale che pur un giorno nostro nonno ha sentito, faccio già parte di una Formazione, e ti dirò che il mio comandante ha molta stima e fiducia in me. Spero di essere utile, spero di non deludere i miei superiori. Non ti meraviglia questa mia decisione, vero?                         
Sono certa sarebbe pure la tua, se troppe cose non ti assillassero. Bene, basta uno della famiglia e questa sono io. Quando un giorno ricevetti la risposta a una lettera di Pally che l'invitavo qui, fra l'altro mi rispose "che diritto ho io di sottrarmi al pericolo comune?" t vero, ma io non stavo qui per star calma, ma perché questo paesino piace al mio spirito, al mio cuore. Ora però tutto è triste, gli avvenimenti in corso coprono anche le cose più belle di un velo triste. Nel mio cuore si è fatta l'idea (purtroppo non da troppi sentita) che tutti più o meno è doveroso dare il suo contributo. Questo richiamo è così forte che lo sento tanto profondamente, che dopo aver messo a posto tutte le mie cose parto contenta. "Hai nello sguardo qualcosa che mi dice che saprai comandare", mi ha detto il comandante, "la tua mente dà il massimo affidamento; donne non mi sarei mai sognato di assumere, ma tu sì". Eppure mi aveva veduto solo due volte.                 
Saprò fare il mio dovere, se Iddio mi lascierà il dono della vita sarò felice, se diversamente non piangere e non piangete per me.                                
Ti chiedo una cosa sola: non pensarmi come una sorellina cattiva. Sono una creatura d'azione, il mio spirito ha bisogno di spaziare, ma sono tutti ideali alti e belli. Tu sai benissimo, caro fratello, certo sotto la mia espressione calma, quieta forse, si cela un'anima desiderosa di raggiungere qualche cosa, l'immobilità non è fatta per me, se i lunghi anni trascorsi mi immobilizzarono il fisico, ma la volontà non si è mai assopita. Dio ha voluto che fossi più che mai pronta oggi. Pensami, caro Piero, e benedicimi. Ora vi so tutti in pericolo e del resto è un po' dappertutto. Dunque ti saluto e ti bacio tanto tanto e ti abbraccio forte.
Tua sorella  Paggetto
Ringrazia e saluta Gina.



Prigione di Pavullo, 26.11.1944

Mia adorata Pally, sono gli ultimi istanti della mia vita. Pally adorata ti dico a te saluta e bacia tutti quelli che mi ricorderanno. Credimi non ho mai fatto nessuna cosa che potesse offendere il nostro nome. Ho sentito il richiamo della Patria per la quale ho combattuto, ora sono qui... fra poco non sarò più, muoio sicura di aver fatto quanto mi era possibile affinché la libertà trionfasse.
Baci e baci dal tuo e vostro Paggetto
Vorrei essere seppellita a Sestola.

giovedì 24 maggio 2012

CAOS DENTRO: INTEGRAZIONE? “L’ITALIA SONO ANCH’IO”

I bambini che sono nati in Italia, anche se figli di genitori stranieri, sono italiani. Lo chiediamo da tempo con la campagna “L’Italia sono anch’io”. 
Tutti i bambini e i ragazzi stranieri tra i 6 e i 18 anni nati in Italia e residenti a Scandicci riceveranno l’attestato di cittadinanza onoraria il prossimo 2 giugno, Festa della Repubblica, alle ore 10. A consegnare gli attestati nella Sala consiliare Orazio Barbieri sarà il Sindaco Simone Gheri. La decisione di concedere ai ragazzi e ai bambini l’attestato di cittadinanza è del Consiglio Comunale, che il mese scorso ha approvato una mozione presentata dalla maggioranza di centrosinistra e da Rifondazione comunista, e approvata con i voti favorevoli di Pd, Idv, Ps e Prc, i voti contrari di Guido Gheri (Vop) e Alessandro Martini (gruppo misto Lega nord) e l’astensione di Giacomo Giacintucci (gruppo misto Fli), Giuseppe Stilo e Pierluigi Marranci (gruppo misto). I bambini e i ragazzi che riceveranno l’attestato sono 196.

“Abbiamo scelto di fare la cerimonia di consegna nel giorno della Festa della Repubblica, proprio per il forte significato che ha per tutti noi questa giornata – ha scritto il Sindaco Simone Gheri in una lettera alle famiglie dei ragazzi, con la quale invita genitori e figli all’appuntamento del 2 giugno - i vostri figli nella nostra Repubblica sono venuti alla luce, qui frequentano tutti i giorni la scuola, i giardini pubblici, le strade, le piazze, i luoghi e i servizi che appartengono a tutti noi. Con il suo voto il Consiglio Comunale ha voluto dare un segno e portare il proprio contributo nel dibattito politico nazionale, con la convinzione che sia necessario approvare una nuova legge sulla cittadinanza, perché venga riconosciuta ai bambini che qui nascono e crescono”.

La presa di posizione del Consiglio Comunale è a favore dello Ius soli, ovvero il diritto alla cittadinanza in base alla nascita sul suolo nazionale, mentre attualmente in Italia è in vigore lo Ius sanguinis, che basa quel diritto in relazione alla cittadinanza dei genitori.

Questa iniziativa è del tutto simbolica e non ha alcun valore giuridico – è spiegato nella lettera del Sindaco alle famiglie - dunque non darà seguito all’acquisizione di tutti quei diritti connessi alla cittadinanza, ma vuole essere un forte segno di vicinanza di questa amministrazione. 




mercoledì 23 maggio 2012

A GIOVANNI FALCONE

"Non c’è stato uomo in Italia che ha accumulato nella sua vita più sconfitte di Falcone: bocciato come consigliere istruttore, bocciato come procuratore di Palermo, bocciato come candidato al CSM e sarebbe stato bocciato anche come procuratore nazionale antimafia se non fosse stato ucciso. Eppure ogni anno si celebra l’esistenza di Giovanni come fosse stata premiata da pubblici riconoscimenti o apprezzata nella sua eccellenza. Un altro paradosso. Non c’è stato uomo la cui fiducia e amicizia è stata tradita con più determinazione e malignità."

Ilda Boccassini


martedì 22 maggio 2012

LETTERE PARTIGIANE - Lettere di condannati a morte della Resistenza Italiana

Questa sera, dopo un po' di pausa, pubblichiamo la lettera di un operaio milanese che scrive alla sua famiglia e ai suoi amici. Poche righe che colpiscono...
Buona lettura



BIOGRAFIA

Albino Albico
Di anni 24 – operaio fonditore – nato a Milano il 24 novembre 1919 -. Prima dell’8 settembre 1943 svolge propaganda e diffonde stampa antifascista – dopo tale data è uno degli organizzatori del GAP, 113a Brigata Garibaldi, di Baggio (Milano), del quale diventa comandante -. Arrestato il 28 agosto 1944 da militi della "Muti", nella casa di un compagno, in seguito a delazione di un collaborazionista infiltratosi nel gruppo partigiano – tradotto nella sede della "Muti" in Via Rovello a Milano – torturato – sommariamente processato -. Fucilato lo stesso 28 agosto 1944, contro il muro di Via Tibaldi 26 a Milano, con Giovanni Aliffi, Bruno Clapiz e Maurizio Del Sale.


Milano, 28 agosto 1944
Carissimi, mamma, papà, fratello sorella e compagni tutti,
mi trovo senz’altro a breve distanza dall’esecuzione. Mi sento però calmo e muoio sereno e con l’animo tranquillo. Contento di morire per la nostra causa: il comunismo e per la nostra cara e bella Italia.                                 
Il sole risplenderà su noi "domani" perché TUTTI riconosceranno che nulla di male abbiamo fatto noi.                                                                          
Voi siate forti come lo sono io e non disperate.                                        
Voglio che voi siate fieri ed orgogliosi del vostro Albuni che sempre vi ha voluto bene.

giovedì 17 maggio 2012

CAOS DENTRO: NON INSEGNATE AI BAMBINI...

Molto spesso le canzoni racchiudono, nei loro testi, insegnamenti e parole eccezionali. Questa settimana vogliamo dare spazio a questi insegnamenti, proponendovi il testo e le parole della canzone “Non insegnate ai bambini” del grande e indimenticabile Giorgio Gaber. Non serve alcuna spiegazione di fronte ad una simile poesia, ma solo leggere e riflettere.

NON INSEGNATE AI BAMBINI - Giorgio Gaber

Non insegnate ai bambini
non insegnate la vostra morale
è così stanca e malata
potrebbe far male 
forse una grave imprudenza 
è lasciarli in balia di una falsa coscienza. 


Non elogiate il pensiero 
che è sempre più raro 
non indicate per loro 
una via conosciuta 
ma se proprio volete 
insegnate soltanto la magia della vita. 



Giro giro tondo cambia il mondo. 



Non insegnate ai bambini 
non divulgate illusioni sociali 
non gli riempite il futuro 
di vecchi ideali 
l'unica cosa sicura è tenerli lontano 
dalla nostra cultura. 



Non esaltate il talento 
che è sempre più spento 
non li avviate al bel canto, al teatro 
alla danza 
ma se proprio volete 
raccontategli il sogno di 
un'antica speranza. 



Non insegnate ai bambini 
ma coltivate voi stessi il cuore e la mente 
stategli sempre vicini 
date fiducia all'amore il resto è niente.




giovedì 10 maggio 2012

CAOS DENTRO: SUICIDI DA CRISI

Imprenditori, disoccupati, lavoratori precari. Tutte persone, queste, schiacciate dalle difficoltà economiche degli ultimi tempi e lasciate sole a fronteggiare problemi più grandi di loro. Persone che sempre più frequentemente decidono di farla finita, senza lavoro e per questo incapaci di guardare al futuro con la serenità che ogni uomo merita.
I suicidi a causa della crisi, in Italia, oramai sono all'ordine del giorno, con la mancanza di liquidità che fa da denominatore comune di questi drammi. 
Al momento però lo Stato, a parte fornire quotidianamente il numero totale di suicidi e tranquillizzare i cittadini con dichiarazioni del tipo "i suicidi non sono aumentati per la crisi" o "per l'Istat i suicidi non crescono", cosa sta facendo concretamente per evitare che altre persone compiano gesti estremi? Assolutamente niente!
Come al solito sono i Comuni, nella loro solitudine, ad addossarsi questi drammi e, in alcuni casi, si dimostrano veramente all'altezza del problema. Un esempio virtuoso è quello del comune di Bologna che, dopo l'ennesimo suicidio di un artigiano locale, ha deciso di scendere in campo in prima persona con iniziative volte all'ascolto e al sostegno, così da evitare che la disperazione che vivono quotidianamente tante persone non si trasformi, ancora una volta, in un gesto estremo. Il comune di Bologna, che farà da regista di questa esemplare iniziativa, attiverà un punto d'ascolto, con una competente e esperta squadra di psicologi (supportata dai servizi sociali) che seguiranno con attenzione tutte quelle persone in difficoltà a causa di questa interminabile crisi economica. Ascoltare e sostenere...due verbi che possono sembrare a prima vista banali ma che forse molti di noi non usano più o non hanno, soprattutto, più il tempo di usare.
Prendiamo esempio da Bologna e impegniamoci tutti, in prima persona, affinchè questi drammi in Italia non accadano più. 
Non vogliamo sentire più storie come quella di Arcangelo Arpino, imprenditore napoletano di 63 anni suicidatosi con un colpo di pistola alla testa per debiti, o come quella di Generoso Armenante, di 48 anni, impiccatosi dopo più di un anno e mezzo senza lavoro. Nessuno, nella crisi, deve essere lasciato solo.
Vi salutiamo pubblicando, qui di seguito, il biglietto d'addio di Generoso Armenante, nella speranza che sproni ognuno di noi ad impegnarsi in prima persona  per non lasciare nessuno da solo nel suo dramma.

"Chiedo perdono a tutti...Visto che sono un fallito ho deciso di farla finita. Senza lavoro non posso vivere."

Generoso lascia la moglie e una giovane figlia di 19 anni.


mercoledì 9 maggio 2012

IN MEMORIA DI PEPPINO...


Per ricordarlo nell’anniversario della sua morte abbiamo trovato una poesia scritta da lui e di seguito troviamo un'altra poesia scritta da Umberto Santino, in cui immagina che a parlare sia la madre di Peppino, una donna che non ha esitato a rinnegare la società mafiosa di cui pure il marito faceva parte per schierarsi con il figlio finché era in vita, e difenderne poi la memoria.



POESIA DI PEPPINO

Fiore di campo nasce
sul grembo della terra nera,
fiore di campo cresce
odoroso di fresca rugiada,
fiore di campo muore
sciogliendo sulla terra
gli umori segreti.

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POESIA DI SANTINO

Questo non è mio figlio.
Queste non sono le sue mani
questo non è il suo volto.
Questi brandelli di carne
non li ho fatti io.

Mio figlio era la voce
che gridava nella piazza
era il rasoio affilato
delle sue parole
era la rabbia
era l’amore
che voleva nascere
che voleva crescere.

Questo era mio figlio
quand’era vivo,
quando lottava contro tutti:
mafiosi, fascisti,
uomini di panza
che non valgono neppure un soldo
padri senza figli
lupi senza pietà.

Parlo con lui vivo
non so parlare
con i morti.
L’aspetto giorno e notte,
ora si apre la porta
entra, mi abbraccia,
lo chiamo, è nella sua stanza
a studiare, ora esce,
ora torna, il viso
buio come la notte,
ma se ride è il sole
che spunta per la prima volta,
il sole bambino.

Questo non è mio figlio.
Questa bara piena
di brandelli di carne
non è di Peppino.

Qui dentro ci sono
tutti i figli
non nati
di un’altra Sicilia.