Con l’art. 19 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e con l’art. 21
della Costituzione Italiana viene sancito il Diritto alla libertà di
manifestazione del pensiero, da cui deriva direttamente il Diritto
all'Informazione, che non riguarda solo il diritto di ogni cittadino di poter
accedere attraverso diversi mezzi a idee e notizie, ma riguarda anche il diritto
ad accedere a informazioni che non siano alterate e manipolate da altri.
Nonostante questo, purtroppo, in Italia è più facile trovare notizie
travisate ed omissioni che notizie raccontate in modo imparziale. Basta leggere
la stessa notizia raccontata in due giornali diversi, oppure guardare nello
stesso giorno due o più telegiornali su canali diversi per rendersi conto di
questo: la stessa notizia viene spesso riportata in maniera completamente
diversa, vengono omessi dettagli importanti e in questo modo chi legge o ascolta
viene portato a conoscere solo una parte della realtà attraverso il filtro
scelto da chi ha riportato la notizia.
Tutto questo è dovuto soprattutto alla continua intromissione da parte di
persone influenti (come ad esempio capi di partito) nel lavoro dei giornalisti,
persone che si approfittano del potere dei media per far passare idee utili ai
loro interessi personali, per nascondere notizie che lederebbero la loro
immagine, o per gonfiare (o addirittura inventare) notizie che danneggino
l’immagine dei loro avversari. Così il principio pluralistico, secondo il quale
i cittadini dovrebbero aver la possibilità di trarre informazioni da fonti
concorrenti tra loro, per assurdo viene a mancare, in quanto non esistono
diverse fonti che riportino notizie per intero da punti di vista diversi, ma
singoli che fanno in modo che vengano riportate mezze verità e che i pareri
personali diventino LA notizia.
Ci ritroviamo quindi di fronte a una quasi completa mancanza di trasparenza
che lede al diritto all'informazione di ognuno e che permette a dei singoli di
approfittare di un potere non loro per interessi personali; anche per questi
motivi, già dal 2009, nel rapporto Freedom House (rapporto che misura il livello
di libertà di stampa in 195 Paesi del mondo) siamo passati da esser definiti
Paese Libero a Paese Semi-Libero. Un dato veramente deludente se si pensa a cosa
c’è scritto nella nostra Costituzione e quello che, invece, accade poi nella
realtà.
Dovremmo essere (e ci consideriamo) un Paese libero, ma lo siamo
veramente?
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